Indicatori di ecologia integrale

Settimana sociale dei cattolici italiani

Sostenibilità

Cantieri di Lavoro

Dagli uffici locali
della Pastorale Sociale
e del Lavoro ai territori

Dalla mappatura delle buone pratiche e dalla sperimentazione sul campo, tre modelli di azione realizzati dalle Diocesi di Aosta, Fano e Messina che hanno coinvolto le buone pratiche del territorio, associazioni e organizzazioni del Terzo Settore per promuovere il lavoro partecipativo, creativo e solidale e i principi di Ecologia Integrale.

Tre modelli a disposizione di tutti i direttori della Pastorale Sociale e del Lavoro, delle buone pratiche e delle organizzazioni, per attivare percorsi di crescita condivisa sui valori del lavoro e del Vangelo.

1. La filiera etica sul territorio

Obiettivo: fare rete tra enti, istituzioni ed imprese finalizzata allo sviluppo economico, sociale, culturale e spirituale della Diocesi e del territorio.

Cosa Fare

  • partire dalla mappatura esistente delle buone pratiche sul territorio e integrarla con eventuali nuove candidature
  • realizzare un incontro iniziale con le buone pratiche mappate e selezionare quelle disponibili a lavorare insieme e a condividere opportunità di crescita per i partecipanti e per il territorio, in particolar modo per i giovani
  • coinvolgere almeno un istituto scolastico della zona
  • realizzare un percorso integrato per gli studenti della scuola che non solo presenti i principi dell’Ecologia Integrale e del lavoro degno, ma anche le buone pratiche locali 
  • comunicare sul territorio il progetto con la scuole e con le buone pratiche come volano per diffondere i principi del lavoro solidale

L’esperienza della Diocesi di Aosta

2. La consulenza amica tra buone pratiche del territorio

Obiettivo: costruire un legame tra imprese e organizzazioni finalizzato alla crescita e allo sviluppo reciproco nell’ottica della valorizzazione della persona e del lavoro.

Cosa Fare

  • partire dalla mappatura esistente delle buone pratiche sul territorio e integrarla con eventuali nuove candidature
  • realizzare un incontro iniziale con le buone pratiche mappate e selezionare quelle interessate a migliorare il proprio approccio di sostenibilità
  • far compilare ad ogni buona pratica il Questionario di Ecologia Integrale
  • organizzare un incontro ogni 2 mesi affrontando un’area del questionario, lasciando ampio spazio per il dibattito e la discussione
  • comunicare sul territorio le buone pratiche presenti e il loro impegno per il lavoro degno e lo sviluppo sostenibile

L’esperienza della Diocesi di Fano

3. Il Patto di Rete tra buone pratiche

Obiettivo: realizzare un concreto accordo di collaborazione tra le buone pratiche del territorio per creare nuovo lavoro e possibilità in particolar modo per i giovani

Cosa Fare

  • partire dalla mappatura esistente delle buone pratiche sul territorio e integrarla con eventuali nuove candidature
  • raggruppare le buone pratiche per ambiti produttivi interconnessi
  • realizzare un incontro con le buone pratiche per ambito produttivo e condividere valori, convenienze ed opportunità che si vorrebbero sviluppare con questo percorso
  • realizzare gli incontri necessari per sviluppare il progetto di rete condiviso
  • coinvolgere la più vicina Università per intercettare i principali bisogni dei giovani nel settore produttivo di riferimento
  • firmare il Patto di rete con le imprese aderenti
  • comunicare sul territorio la realizzazione del Patto di rete, il coinvolgimento delle buone pratiche e dei giovani sul territorio per la valorizzazione del lavoro solidale

L’esperienza della Diocesi di Messina

La via c’è, è scritta nella       sapienza della creazione.